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Nella vostra vita avrete sentito parlare di questo difetto della vista, come anche della presbiopia o dell’astigmatismo. Ma cos’è la miopia? La miopia è quel difetto visivo che provoca come effetto una visione sfocata da lontano. L’etimologia della parola è di origine greca e significa “socchiudere gli occhi”, in quanto i miopi utilizzano questo metodo per migliorare la qualità della loro visione da lontano ottenendo un diaframma naturale strizzando le palpebre.

È il difetto visivo più diffuso e i dati degli ultimi anni ci dicono che la percentuale dei miopi nel mondo sta aumentando.

Miopia: vedere male da lontano e non solo

Il miope vede male non solo all’infinito, oltre i 4-5 metri, ma anche a distanze più ravvicinate. Dipende dall’entità della miopia: tanto più elevata è la miopia, tanto più ridotto è l’orizzonte visivo di visione nitida.

Facciamo un esempio: un miope di 2 diottrie vede nitido fino a 0,5 metri cioè fino alla distanza di lettura di un quotidiano.
La regola matematica per capire quale sia il punto remoto di visione nitida è semplice, basta fare 1/diottria della miopia = massima distanza di visione nitida (espressa in metri). Quindi anche un miope lieve è piuttosto penalizzato nella visione in spazi profondi.

Nella visione da vicino, invece, il miope non ha problemi ed in alcuni casi risulta avvantaggiato rispetto al normovedente. Tecnicamente da un punto di vista ottico l’occhio del miope è troppo potente e le immagini degli oggetti in lontananza invece di essere posizionate sul piano della retina (fondo dell’occhio) vengono focalizzate prima del dovuto ed appaiono indistinte.

La stessa cosa succede se l’occhio del miope è più lungo del normale (asse antero-posteriore) e questa situazione è riscontrabile nelle miopie elevate. Ogni millimetro di lunghezza o meglio di profondità in più dell’occhio rispetto alla norma corrisponde a ben 3 diottrie di miopia. Quindi piccolissime variazioni dimensionali comportano notevoli effetti sulla gravità della miopia.

Suddivisione della miopia

Esiste una classica suddivisione della miopia in base all’entità del difetto stesso che è la seguente:

  • Miopia lieve compresa tra -0,25 e -3,00 diottrie
  • Miopia media compresa tra -3,25 e -6,00 diottrie
  • Miopia elevata da -6,25 in poi

A quante diottrie può arrivare una miopia?

Non esiste un limite preciso, ma in alcuni casi si superano le 20 diottrie e ci si avvicina alle 30 che solo eccezionalmente vengono oltrepassate. Ovviamente miopie così elevate portano con sé una serie di conseguenze negative che compromettono la funzionalità oculare.

Miopia: che cos’è e quali sono i problemi di questo difetto visivo

Perché i miopi aumentano?

Abbiamo detto in apertura che la miopia è il difetto visivo più diffuso (escludendo la presbiopia che è un cambiamento fisiologico nel sistema di messa a fuoco da vicino dell’occhio) e che il numero dei miopi sta aumentando in tutto il mondo.

Il motivo di questa “mutazione” dipende dallo stile di vita che è cambiato molto negli ultimi venti anni. La scolarizzazione, l’urbanizzazione, ma in particolar modo l’uso delle nuove tecnologie informatiche tende a miopizzare.

La teoria esclusivamente ereditaria con i relativi geni della miopia, non è più sostenibile come unica motivazione per l’insorgenza della miopia. È vero che un bambino con un genitore miope ha maggiori possibilità di diventare miope ed ancor di più chi ha tutti e due i genitori miopi ed in questi casi la miopia insorge prima (precoce) e diventa di grado più elevato.

Quindi la componente ereditaria esiste ed è innegabile.

Ma tanti adolescenti diventano miopi pur non avendo nel loro asse ereditario soggetti miopi. In questi casi (e sono tanti) la spiegazione è di tipo ambientale: la prolungata attività visiva da vicino dovuta allo studio e all’utilizzo di tutti i mezzi elettronici come computertablet e smartphone comporta uno stress visivo che piano piano cambia la struttura oculare allungandola e rendendo l’occhio miope.

Non a caso la miopia è molto più diffusa tra quelle popolazioni dove maggiormente ci si applica nella visione prossimale. Facendo un esempio che ci riguarda, l’incidenza di miopia negli europei è del 25%, mentre negli africani è del 10%.
Alcune popolazioni asiatiche, come gli abitanti del Giappone e di Taiwan hanno dei livelli di diffusione della miopia che raggiungono l’80%. Lo stile di vita di queste popolazioni prevede molto studio e molto impegno prossimale con i dispositivi elettronici.

Quindi è vero che non possiamo cambiare il nostro patrimonio genetico ma possiamo intervenire sulle nostre abitudini per evitare errori ed eccessi.

Alcune ricerche sostengono che i millenials, coloro che sono nati a cavallo degli anni 2000, impiegano 9 ore al giorno davanti al monitor dello smartphone e questo a lungo andare modifica il loro sistema visivo che per reazione/difesa diventa miope.
Al contrario, altre ricerche sostengono che uno stile di vita all’aria aperta che comprenda sport, passeggiate, ecc. abbia una funzione protettiva nel contrastare la miopia. Probabilmente anche per la maggior luce e qualità della stessa che abbiamo all’esterno aiuta a non diventare miopi o a non peggiorare la miopia.

Miopia: esiste una classificazione?

A questo punto è utile fare una classificazione della miopia in base al momento dell’insorgenza:

  • Miopia congenita o miopia infantile, presente alla nascita e persiste durante l’infanzia.
  • Miopia giovanile che si sviluppa nell’infanzia o nell’adolescenza (6-15 anni) e tende normalmente a peggiorare fino al termine dell’adolescenza. Questa miopia viene definita anche miopia da studio o scolastica ed è attribuita all’impegno di studio e la conseguente sollecitazione nella visione da vicino.
  • Miopia adulta che si presenta dopo i 16-18 anni. Quando la miopia si presenta dopo i 40 anni si parla di miopia adulta tardiva.

La maggior parte delle miopie rientrano fra quelle giovanili nella fascia d’età compresa tra i 6 ed i 16-18 anni. Poiché la miopia tende a peggiorare durante questo lasso di tempo, le miopie che insorgono presto intorno ai 6-7 anni, raggiungeranno un grado medio o medio elevato e questo può complicare le cose rispetto ad una miopia lieve (fino a 3 diottrie).

Una classificazione può essere fatta in base ai segni clinici:

  • Miopia semplice, la più diffusa, caratterizzata da un occhio troppo lungo per il suo potere di messa fuoco da lontano o troppo potente per la sua lunghezza assiale.
  • Miopia degenerativa, che presenta un elevato grado di miopia con presenza di cambiamenti degenerativi nella struttura interna dell’occhio visibili nel fondo oculare che peggiorano con il passar del tempo comportando una diminuzione della acuità visiva e aprendo la possibilità a patologie come il distacco retinico ed il glaucoma.
  • Miopia notturna, dovuta ad un eccesso accomodativo in condizioni di scarsa luminosità.
  • Pseudomiopia, risultante da un eccesso di accomodazione nella visione prossimale che crea uno spasmo a volte scambiato per una miopia lieve.
  • Miopia indotta, causata come effetto secondario da alcuni farmaci, da variazione degli zuccheri nel sangue o altre condizioni anomale che comunque rendono, eliminando gli agenti scatenanti, questa miopia reversibile.

In conclusione, vorremmo farvi comprendere che non dobbiamo rassegnarci ad accettare la miopia ed il peggioramento della stessa come evento ineluttabile, ma mettere in atto tutti quei comportamenti ed utilizzando tutti mezzi che le nuove conoscenze optometriche ci mettono a disposizione per limitare i danni.

Di questo parleremo nei prossimi articoli.

Vuoi avere maggiori informazioni riguardo la miopia?
Abbiamo preparato un’infografica molto utile, con qualche statistica e qualche pratico consiglio. Dai un’occhiata!